Algoritmi parte 1^

Algoritmi e prerequisiti parte 1^

L’impegno della scuola per la promozione e lo sviluppo della scientificità-non-specifica nei bambini dai 3 ai 6 anni trova spesso difficoltà di applicazione per la mancanza di esperienze condivise e di studiosi (pedagogisti e scienziati n.d.r.) che, superando il solo aspetto teorico, passino dagli enunciati ad una fase operativa, attraverso una sperimentazione sul campo.
Spesso ho colto nelle colleghe la difficoltà a riferirsi ad un “metodo” che aiuti a costruire, secondo criteri sperimentati, opportunità educative in modo autonomo e congruente con il percorso didattico che si va sviluppando in quel particolare ambiente.

Nel lavoro compiuto, di concerto con le altre scuole, durante la nostra esperienza di formazione col professor Carlo Bernardini, è stato creato una sorta di vademecum che rileva quali tipologie di algoritmi, in altre parole quali percorsi di tipo logico-matematico, i bambini debbano sperimentare per dotarsi di abilità che consentano loro di affrontare con sufficiente sicurezza l’approccio a contenuti di tipo scientifico, anche nei successivi gradi d’istruzione.

Queste capacità di tipo logico-matematico indicano specifici campi d’intervento didattico. Sono definite “prerequisiti” perché sono la premessa alle conoscenze e competenze che verranno acquisite negli anni e che precedono conoscenze più strutturate e complesse. Sono perciò  indispensabili per mettere i bambini in grado di ragionare sul mondo e di trovare soluzioni ai problemi affrontati, con creatività ma anche consapevolezza.

Gli algoritmi che sottintendono allo sviluppo di capacità logico-matematiche definite PREREQUISITI sono suddivisi in 11 tipologie:

  1. organizzazione spaziale
  2. organizzazione temporale
  3. discriminazione
  4. raggruppamento
  5. ordinamento
  6. trasformazione
  7. conservazione
  8. successione
  9. simbolizzazione
  10. sostituzione
  11. moltiplicazione

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1-organizzazione spaziale:
le attività relative all’organizzazione spaziale consentono ai bambini di costruire rappresentazioni mentali strutturando una sorta di mappa dello spazio attraverso punti di riferimento “vissuti”. Permettono anche di sperimentare “vari punti di vista”, da diverse collocazioni nell’ambiente, e inventare strategie di movimento utili a percorrere spazi comuni, ristretti o ampi che siano.

Rientrano in questa tipologia tutte le attività che riguardano i concetti spaziali dentro/fuori, sopra/sotto, davanti/dietro, destra/sinistra.

 

si passa sotto, anche sopra

Un esempio di esperienze: “Giochi di orientamento spaziale” e “La percezione spaziale” – categoria Laboratori di intergruppo per bambini di 2-3-4-5 anni.

 

 

 

 

2- organizzazione temporale:
Tra le conoscenze che i bambini hanno del mondo, quella sul tempo è senza dubbio la più complessa perché la percezione del tempo comincia a strutturarsi, in modo più definito, a partire dai sette, otto anni.
Tuttavia anche i bambini della scuola dell’infanzia hanno la percezione dello scorrere del tempo e dimostrano di riconoscere le caratteristiche del tempo storico, che è un susseguirsi di avvenimenti, e del tempo ciclico, che si ripete costantemente, sempre uguale a se stesso.
Si può parlare di “tempo” ai bambini di tre, quattro e cinque anni se l’esperienza che compiono è strettamente legata al loro vissuto e fa parte della quotidianità, se li vede coinvolti e interessati, se li invita a formulare ipotesi per risolvere un problema accattivante.

Rientrano in questa tipologia tutte quelle attività che stimolano l’acquisizione dei concetti temporali quali:
prima/dopo, passato/futuro,  accaduto/accadrà,  ricordo/previsione, notte/giorno,  fulmine/tuono.

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il mansionario

 

 

 

 

Un esempio: “In viaggio nel tempo” –categoria Le attività didattichegruppo 4-5 anni.

Altri tipi di sequenza: prima la sperimentazione e poi l’elaborazione.

macine grantoio

sequenza temp olio

 

 

 

l'uva e il vino immagine 1

elementi sequenza uva vino

 

 

 

 

 

3- discriminazione:
Si tratta di riconoscere la diversità tra vari elementi rispetto a un criterio riconoscibile e trovare nel gruppo quello incongruente.
In un gruppo di elementi “omogenei” viene identificato un elemento “eterogeneo” e non affine agli altri per il carattere distintivo. Questa capacità implica quindi un’operazione mentale di notevole complessità che prevede l’attribuzione di una caratteristica comune a tutti gli oggetti e l’individuazione di quello che, tra tutti, non la possiede, operazione che anche i bambini di tre anni dimostrano di saper fare.
Si possono compiere giochi di discriminazione in varie situazioni, da quelle più consuete e familiari ai bambini (ad es. in un gruppo di giocattoli trovare un capo di abbigliamento), a quelli più “astratti”, più simbolici (ad es. tra tante forme rotonde una triangolare).
Si possono fare giochi di discriminazione sul colore di oggetti, sulle dimensioni, ecc.

Un esempio di gioco di discriminazione: cercare l’elemento diverso.

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Per l’elaborazione di quest’algoritmo e realizzare le attività con i bambini è preferibile creare noi stessi del materiale, facendo in modo che riprenda i contenuti del lavoro programmato. Questo per creare una certa familiarità con gli elementi considerati e aumentare l’interesse, l’attenzione al problema e la voglia di risolverlo.

Continua …………..

2 pensieri su “Algoritmi e prerequisiti parte 1^

  1. scusa il ritardo della mia risposta; nel sito troverai altri due articoli riguardanti gli algoritmi, la parte 2^ e la 3^. Sono nella stessa sezione dove hai trovato l’articolo che ti ha interessato. Sarei felice se vorrai esprimere un tuo parere o un’esperienza in merito. A presto.

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