Tutti gli articoli di Daniela Sgobino

leggiamo insieme.

Il tutoring …. un affare serio.

io mi fido
fidarsi, affidarsi.

Una questione davvero importante che solleviamo nella nostra narrazione (libro Una vita a scuola-oltre la pedagogia) è quella del tutoring cioè dell’affiancamento di bambini di diversa età che permette non un semplice aiuto ma un’azione di promozione, incoraggiamento, esempio, sostegno e accompagnamento dei più grandicelli verso i più piccoli.

Definizione del termine “tutoring”: è l’attività svolta da persone che non sono insegnanti professionisti e che consiste nell’aiuto e sostegno all’apprendimento di altri, in modo interattivo, intenzionale e sistematico.

leggiamo insieme.

L’utilità di consentire momenti di vicinanza tra bambini di diversa età nello svolgimento delle attività quotidiane si è manifestata ampiamente nell’organizzazione delle sezioni di Scuola dell’Infanzia che, a motivo delle iscrizioni, non si presentavano omogenee. La scelta fu di creare sezioni con bambini di età diversa ma contigua, per cui si formarono gruppi di bambini di 3-4 anni, di 4-5 e 5-6.

Questa composizione dei gruppi consentì di realizzare momenti in cui i bambini più grandicelli condividevano attività, sia suggerite dall’adulto sia spontanee, con i bambini più piccoli attivando procedure di cooperazione che agevolavano percorsi di apprendimento, in situazioni di collaborazione invece che di competizione. Collaborazione che da una parte induceva sentimenti di autostima, di empatia e vicinanza anche corporea, dall’altra forniva l’occasione di sviluppare esperienze considerando punti di vista diversi ma “vicini”, più adeguati che non quelli dell’adulto educatore.

sostegno e accompagnamento

L’insegnante/educatore quindi aveva il compito di guidare questi processi in cui i bambini svolgevano un ruolo attivo nella propria formazione e nell’apprendimento di nuove conoscenze attraverso l’interazione con altri bambini “più esperti”.

In questo senso l’attività di tutoring dei bambini più grandicelli interveniva in quella che il pedagogista e psicologo Vygotskij definiva “zona prossimale di sviluppo” cioè il livello di conoscenze acquisite e quelle potenzialmente acquisibili attraverso l’interazione con persone più esperte, nel nostro caso i bambini di età superiore.

la sequenza del Palloncino rosso.
Costruiamo insieme la sequenza.

Un ultimo aspetto da considerare, ma non meno importante, è che durante i giochi compiuti, soprattutto di tipo scientifico, i bambini più piccoli si mostravano meno vincolati da pregiudizi e quindi più liberi di proporre visioni, soluzioni creative ai problemi proposti, determinando quindi un beneficio non solo nella direzione grandi -> piccoli ma anche al contrario cioè piccoli -> grandi.

coccole e empatia

Lo 0/6, una grande opportunità.

L’esperienza dei Centri Integrati nel libro “Una vita a scuola-oltre la pedagogia” viene raccontata come una proposta di grande interesse a livello locale e nazionale ma oggi assume ancor più la fisionomia di un progetto per il futuro.

Quando creammo infatti le sezioni per i bambini dell’età del nido e quelli da tre a sei anni dando vita ai centri Integrati 2/6 e poi 1/6, pensammo ad un progetto sperimentale che ci avrebbe impegnato molto e che avrebbe dato un nuovo orizzonte ai servizi educativi del Comune di Scandicci e non solo. Non avremmo però mai immaginato di proporre un’esperienza talmente all’avanguardia che ancora oggi, nel 2021, è un modello di scuola futuribile e sul quale finalmente s’intende riflettere ed operare, tanto importante è la possibile ricaduta sull’attività educativa per i bambini del nido, della scuola dell’infanzia ma anche delle famiglie e soprattutto delle/gli educatrici/tori che potranno veder mutare i contesti del loro intervento educativo attraverso un nuovo approccio, nuove metodologie, ambienti ripensati ed uno sguardo che va “oltre”.

il gioco del fidarsi

il gioco del fidarsi

Il progetto allo studio è davvero essenziale per due macroscopici motivi:

1°) Qualora la fascia d’età 0/6 fosse inserita, come richiesto dall’art. 10 del DLgs 13 aprile 2017 n° 65 per l’istituzione del Sistema integrato di educazione e di istruzione dalla nascita ai sei anni, nel percorso di formazione del Ministero della Pubblica Istruzione e Ricerca, si creerebbero i presupposti per un servizio diffuso sul territorio e non più a macchia di leopardo, a garanzia della qualità del servizio stesso.

Il titolo di studio richiesto ai professionisti dell’educazione per i bambini da 0 a 6 anni diventerebbe specifico e non separato tra nido e scuola dell’infanzia, con uno sguardo lungo che offra una visione di un dopo alle educatrici delle sezioni del nido e di un prima alle insegnanti delle sezioni dell’infanzia.

Un continuum educativo che stimolerebbe adulti e bambini ad una attenzione diversa in quanto non più solo attività di cura e in seguito di apprendimento ma cura e apprendimento integrati, in un completamento reciproco per lo sviluppo integrale dei bambini.

coccole ed empatìa

2°) Nel caso di un progetto di tipo nazionale l’inserimento del segmento 0/6 nel percorso di formazione 0/24 anni diverrebbe motivo di risparmio per le famiglie in quanto assumendo i servizi 0/6 le caratteristiche della scuola dell’infanzia e successiva, diverrebbero presumibilmente gratuiti (salvo contributi parziali e per la mensa) e non inciderebbero così fortemente sul bilancio familiare. Questione non di poco conto, anche alla luce dei problemi suscitati dalla pandemia.

A questo proposito la Commissione Nazionale per conto del MIUR ha elaborato una bozza delle Linee Pedagogiche per il Sistema Integrato “Zerosei” , illustrata in un apposito incontro del 31 marzo 2021, che illustra i punti cardine del cambiamento, bozza che è stata sottoposta alla valutazione dei professionisti dell’educazione, ai loro collaboratori, ai dirigenti scolastici, alle famiglie e a tutti coloro che per motivi professionali sono interessati alla questione.

In questa bozza, che ricordiamo contiene gli spunti e le esperienze offerti dalle amministrazioni e dal personale che da anni gestiscono Centri Integrati, possiamo ritrovare tante delle indicazioni che a suo tempo nel 2015 furono portate all’attenzione del Senato della Repubblica con una proposta di legge la n° 1260 scaturita dall’esperienza scandiccese, unitamente ad altri comuni della Toscana.

siamo a Pantin.

Il viaggio a Pantin

Il Gemellaggio con altri paesi d’Europa era già attivo da tempo quando ci venne proposta la possibilità di trascorrere una settimana con i bambini in una cittadina francese, Pantin, durante la quale familiarizzare con bambini e adulti che parlavano un’altra lingua, conoscere la loro scuola, appena costruita, e gli ambienti in cui trascorrevano parte della loro giornata e visitare luoghi famosi e incantevoli.

Il progetto ci piacque da subito ma necessitava di varie fasi di sviluppo. Ad un primo momento di conoscenza istituzionale seguì lo scambio di materiali realizzati dalle sezioni di scuola dell’infanzia: foto dei bambini col nome, disegni, piccoli lavoretti ecc.

Non passò tanto tempo che il progetto prese vita con la proposta di brevi soggiorni nei due paesi per una reciproca conoscenza.  L’iniziativa fu presentata ai genitori dei bambini più grandi, quelli di 5 anni, che non senza titubanza esaminarono la questione.

si parte per Pantin
alla stazione, in partenza per Pantin.

Si giunse alla disponibilità convinta di dieci famiglie che affidarono con un documento ufficiale i propri bambini alle insegnanti. Per agevolare la serenità dei piccoli, soprattutto la sera al momento della nanna, furono richieste ai genitori brevi lettere che “parlassero” ai loro bambini e che venivano lette man mano che trascorreva il tempo.

Il viaggio in treno nelle cuccette, le visite alla scuola La Marine costruita su tre piani e con un grande giardino sintetico sul tetto, l’escursione in battello lungo le rive della Senna e alla Torre Eiffel, le giornate trascorse in un vero castello in Normandia, tutto questo rappresentò un’avventura piena di scoperte e di entusiasmo che ancora oggi è ricordata dai nostri ex bambini e dalle loro famiglie.

siamo a Pantin.
Aspettando gli amici francesi

Ricordo che appena tornati a Scandicci, il loro entusiasmo si respirava e nonostante avessero provato un po’ di nostalgia dei genitori, era grande la soddisfazione per “avercela fatta”, si sentivano grandi.

Purtroppo le sempre crescenti difficoltà dell’Amministrazione Comunale permisero solo due volte la realizzazione di questi scambi culturali ma tali iniziative in Francia sono molto frequenti e dovremmo anche noi abituare i nostri bambini a piccoli viaggi che, oltre a far conoscere realtà diverse, permettono di condividere interessanti esperienze con i coetanei acquistando contemporaneamente una maggiore autonomia dalla famiglia.

presentazione del libro

Pensieri a spasso

Si, sono pensieri a spasso quelli che, dagli incontri nelle biblioteche per la presentazione del libro, si avvicinano, si allontanano, saltellano intorno alla mente e si affollano accavallandosi uno sull’altro. Molte le emozioni: quella di incontrare nuovamente volti conosciuti di ex bambine ormai donne, di genitori che erano colonne della scuola e che, assieme a noi, hanno creato occasioni educative davvero pregnanti per i bambini e gli adulti.

Vicino a loro colleghe che ancora ricordano parte del percorso compiuto assieme e che con nostalgia ci chiedono di non mollare.

Persone non conosciute ma certo benvenute.

Tanti i contenuti da sviluppare, uno prima di tutti: non si tratta solo di ricordi ma di tracce di riflessione ancora troppo spesso futuribili.

La prima domanda: “Il contesto di Scandicci da allora lo trovate cambiato?”. Il cambiamento si è avviato ormai già da molti anni, un cambiamento che non ha valorizzato e sostenuto i servizi ma li ha pian piano relegati ad un destino marginale, di sopravvivenza.

il regalo per Natale

Abbiamo parlato di formazione, quella che lascia un segno indelebile, che ti fa crescere come educatrice ma anche come persona, consapevole e professionale.

Abbiamo parlato di famiglie, del loro coinvolgimento nella vita della scuola e nella rete relazionale che si creava tra loro, rete di sostegno e di prospettiva per il difficile compito di genitore.

Gli strumenti e le occasioni per il loro coinvolgimento al fine di realizzare quel triangolo educativo, scuola-famiglia-bambino, che rappresenta il mondo in cui crescono i piccoli e in cui si ritrova il comune sforzo formativo.

Abbiamo parlato di educazione scientifica intesa come educazione al pensiero razionale, o più semplicemente “al ragionamento” facendo diventare i bambini protagonisti della loro crescita, immersi in un contesto di stimolo alla curiosità, alla sperimentazione e alla condivisione. Il “Metodo Scandicci” sperimentale si ma sistematizzato, con regole e modalità ben definite.

ombre e emozioni

Ed infine abbiamo parlato di 0/6, di quel particolare servizio le cui prospettive piacquero tanto all’allora ministro dell’Istruzione dott. Luigi Berlinguer da venire personalmente a Scandicci per rendersi conto della qualità del progetto.

Abbiamo parlato di continuità nella discontinuità, di presenze educative stabili accanto a persone nuove in modo da garantire a bambini e famiglie stabilità di punti di riferimento ma anche novità di relazioni, di opportunità didattiche ed esperienziali.

E al termine mi sono resa conto che sarebbe servito ancora tanto tempo per sviscerare i tanti temi essenziali alla buona scuola che le colleghe si sforzano in ogni momento di realizzare.

Ma era l’ora di lasciare lo spazio ad altre iniziative e abbiamo salutato tutti col desiderio di rivedersi e di continuare a “seminare” perché si sa che se si semina, prima o poi qualcosa nasce.

Grazie a BiblioteCanova e alla Biblioteca di Scandicci che ci hanno dato la possibilità di presentare il libro e, attraverso questo, di parlare di una scuola “diversa”, non antica come qualcuno sostiene ma proiettata verso il futuro.

presentazione del libro

Festa di scuola con Avis

Un forte impegno sociale

Nel libro “Una vita a scuola-oltre la pedagogia” racconto di come la scuola dell’Infanzia “Turri”, dove lavoravo, da sempre si impegnò nel portare avanti iniziative che promuovevano l’impegno sociale e che finanziavano occasioni importanti di solidarietà, sostegno e promozione della persona.

Festa di scuola con Avis
Festa di scuola con Avis

In particolare i progetti didattici che hanno visto coinvolti i bambini riguardavano l’associazione A.V.I.S., per la sede di Scandicci, con l’iniziativa “Globulino va alla scuola dell’infanzia” e successive edizioni. Nelle attività realizzate dai volontari si sensibilizzavano i bambini all’empatia verso i sofferenti, all’aiuto reciproco e alla comprensione di quanto sia utile avere qualcuno pronto ad intervenire in caso di incidenti, malesseri e quant’altro. I genitori partecipavano a loro volta con la donazione del sangue presso un’autoemoteca sistemata nei pressi della scuola oppure recandosi nel Centro Donatori Sangue in due giornate a loro dedicate dove, durante la donazione, i bambini venivano intrattenuti con giochi e attività varie dai giovani volontari Avis.

la festa con Avis e famiglie
la festa con Avis e famiglie

Con gli studenti della facoltà di Medicina abbiamo affrontato il tema dell’aiuto alla sofferenza con un progetto didattico chiamato “L’ospedale degli animali” dove studenti della facoltà di medicina aiutavano i bambini ad occuparsi di animali (peluche) feriti facendoli familiarizzare con siringhe, cerotti e bende.

Presso l’Ospedale pediatrico Meyer abbiamo costruito occasioni di gioco fra bambini ospedalizzati e quelli della nostra scuola, lo scambio di libri e il dono di giocattoli costruiti da noi. Presso questa struttura ospedaliera anche i genitori si sono fatti promotori di una iniziativa proponendo uno spettacolo teatrale veramente intrigante che raccontava una storia molto apprezzata dai bambini, quella di “Peter Pan”.

l'ambulatorio
l’ambulatorio

L’impegno di adulti e bambini si rivolse anche al finanziamento di associazioni che si occupavano di portare aiuti di varia natura a popolazioni in grosse difficoltà. A questo scopo i bambini costruirono salvadanai per raccogliere, ciascun bambino con la sua famiglia, fondi per aiuti alimentari e vestiario da inviare ad un villaggio poverissimo in Perù, aderendo al progetto Mato Grosso nel quale era coinvolta personalmente una insegnante e suo figlio.

costruiamo i salvadanai
i salvadanai per raccogliere i contributi

Altre iniziative furono promosse da Unicef per la scuola e fummo felici di aderire di anno in anno a progetti sempre nuovi come il sostegno alla costruzione di pozzi per l’acqua, la fornitura di medicinali e più in generale di sostegno a iniziative che riguardavano l’Africa.

i nostri amici africani
i nostri amici africani

L’impegno sociale della scuola per implementare nei bambini comportamenti empatici positivi e di rispetto della persona, si sviluppò anche in senso ambientale. Il progetto educativo “Ricicl’Arte” dette un forte impulso alla capacità dei bambini (e tramite loro delle famiglie) di riciclare i rifiuti domestici con il corretto smaltimento ma anche con l’uso di materiali riciclati a scopo artistico.

maschere e differenziata
impariamo a riciclare

Molte furono le attività a questo dedicate: incontri con gli operatori di Alia, con formatori che ci proponevano attività ludiche e di uso artistico della carta, della plastica ecc. Ancora: giochi per il giusto smaltimento dei rifiuti della classe, giochi con contenitori e carte figurate, costruzione di fiori da regalare alla festa della mamma, incontro con la nostra assessora all’ambiente, Simona Bonafè, che ci parlò del valore dell’ambiente e rispose alle domande dei bambini sensibilizzati da un’escursione per le strade della nostra città.

impariamo a differenziare
impariamo a differenziare

Concludemmo questa importante esperienza che incise anche sui comportamenti delle famiglie (i bambini infatti erano divenuti testimonial inflessibili del “corretto smaltimento” e guai se un padre gettava una cicca di sigaretta per strada o una mamma lasciava cadere distratta un biglietto sul marciapiede) con un viaggio al Centro ReMida di Borgo S. Lorenzo dove un ambiente ampio e stimolante ci fece scoprire piacevolmente in quanti innumerevoli modi si possono utilizzare i tanti materiali di scarto per giochi divertenti e creativi.

al Centro ReMida

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