il grafico della pioggia

Il computer alla scuola dell’infanzia: si o no?

Computer a scuola?
Le ragioni del NO e quelle del SI.

di Daniela Sgobino

Da “Il pulmino giallo” ed. in proprio Comune di Scandicci

 

L’invadenza dei linguaggi massmediali impone una seria ed attenta riflessione, non più rinviabile, su come la scuola dell’infanzia deve porsi davanti a questa realtà che non è più futuro ma già presente e che non riguarda solobambini e  ragazzi ma famiglie, luoghi di lavoro e di svago, scuole.
L’utilizzo della tecnologia si sta affermando nelle più disparate occasioni della nostra vita di ogni giorno ed è quindi necessario porsi il problema di come sollecitare i bambini ed i giovani all’uso migliore dei mezzi disponibili educando precocemente le nuove generazioni alla distinzione ed alla scelta, diversificando le proposte, promuovendo la ricerca, l’esplorazione, affinando il gusto e valorizzando l’approccio critico e creativo ( M. Parodi “Mediazione educativa”).
Il fenomeno dell’utilizzazione del computer è diventato così rilevante che la scuola non può non tenerne conto e deve quindi porsi il problema di adottare nuove metodologie educative che affrontino anche questo aspetto.
I pareri al riguardo sono discordi; vari studiosi si sono schierati a favore o contro l’inserimento dell’uso del PC nei curriculum scolastici, soprattutto della scuola dell’infanzia dove il contesto ludico prevale su tutto.
Tra le ragioni che chiameremo “del NO” si ritrovano i dubbi circa la difficoltà di fare una distinzione tra i due diversi ruoli di insegnante e studente, dove è il computer che detta le modalità dell’insegnamento e ne diventa il mezzo oltre che il fine.
L’apprendimento avviene in un ambiente “virtuale” e quindi privo di persone reali che interagiscono tra loro, lontano dalla realtà e quindi dai processi cognitivi che ad essa sono strettamente collegati.

cose bucate e inter modif 6

 

 

 

grafico collettivo
Lo strumento computer contiene in sé una varietà tale di elementi da rischiare che si conosca un po’ di tutto e nello stesso tempo di niente, con una superficialità che poco ha a che fare con la cultura, e contemporaneamente la sua grande duttilità può creare mistificazioni che allontanano dalla stessa realtà rendendone difficile la comprensione e di fatto ostacolando la formazione di persone consapevoli, critiche e indipendenti.
Tra le ragioni contrarie all’uso del computer nelle scuole vengono indicati anche i rischi di conformismo e dipendenza dovuti alla massificazione, all’adeguamento passivo ai modelli proposti.
Si rivela invece a favore delle nuove tecnologie chi intravede per i bambini modi nuovi e diversi di interagire con la realtà e con le persone, non quindi passivamente davanti allo schermo ma attivamente per compiere scelte, variare situazioni ed intervenire modificando ed accostando gli elementi, sperimentare e conoscere.
Per i sostenitori del SI, il PC è, al pari di tutti gli altri materiali strutturati come ad esempio il libro, una preziosa risorsa didattica che non compromette il rapporto con l’insegnante e fra bambini. Il computer è come qualsiasi altro un oggetto da toccare, guardare, manipolare e usare.

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In Italia si sono compiute varie esperienze a questo proposito, tra le quali un progetto realizzato presso una scuola dell’infanzia di Modena, sviluppato in una sezione di bambini di tre anni che si pone gli obiettivi di conoscenza dello strumento, manipolazione e giochi col mouse e con tastiera e stampante, sviluppo del linguaggio attraverso la conoscenza di parole nuove.
Un’altra modalità di lavoro ci viene indicata da una scuola per l’infanzia di Frosinone con il Kidsmart Project in collaborazione con la Cattedra di Contesti e Processi Educativi della facoltà di Psicologia della Università La Sapienza di Roma.
Attraverso questa esperienza si vuole dimostrare la facilità dell’uso del computer e costruire un percorso di lavoro che consenta ai bambini di avvicinarvisi in modo semplice e divertente.
Un ulteriore progetto utilizza il programma di videodisegno Paint per consentire ai bambini coinvolti a piccoli gruppi, l’elaborazione di una fiaba narrata dalle insegnanti. I bambini la illustrano con disegni, realizzano gli ambienti, i personaggi, i dialoghi creando alla fine un CD Rom .
Tra gli obiettivi del progetto c’è la conoscenza di parole nuove, una maggiore sicurezza nella comunicazione, un più sollecito spirito di collaborazione tra i bambini, una maggiore capacità di scelte creative oltre allo sviluppo delle capacità spazio/temporali.
Per concludere:
come si può constatare i pareri sono discordi ma resta tuttavia la necessità di prendere atto di questa realtà che fa parte della vita dei bambini: oramai quasi tutte le famiglie possiedono un computer e sempre più bambini lo usano, più o meno appropriatamente, da soli o con i genitori.
Come la televisione, anche il computer non deve essere demonizzato ma conosciuto ed utilizzato in modo efficace, creativo, interessante con grande attenzione e rispetto per i bisogni fondamentali dei bambini tra i quali c’è quello di essere curiosi, di esplorare, di domandare e di darsi delle risposte autonome attraverso l’esperienza diretta.

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