Viva la creatività!

l'esperienza del ghiaccio
l’esperienza del ghiaccio

Scoprire, con i bambini, cosa succede se………………. è forse il modo più accattivante di problematizzare le situazioni reali, per fare esperimenti interessanti.
A scuola, in ogni momento della giornata, nelle più varie situazioni, capita di sentire qualche bambino che pone una domanda: “Perché sul muro c’è l’ombra di Giorgio?; “Perché l’acqua dei pesciolini è fredda?”. La tentazione di dare una risposta immediata è insita nel DNA dell’insegnante che svolge in questo modo la sua funzione di trasmissione della conoscenza.
Dobbiamo fare invece lo sforzo di avviare un ragionamento, facendo agire i bambini, chiedendo loro cosa ne pensano al riguardo.
Nel caso dell’ombra di Giorgio: “Già, c’è l’ombra di Giorgio, ma cos’è l’ombra?”. “Avete visto altre ombre?”. “Dove?”. “Andiamo fuori a vedere?”. “Come fanno a venire le ombre?”. Ogni domanda dell’adulto, ma anche dei bambini più curiosi, porta a compiere un ragionamento che implica un dialogo tra i bambini stessi e il confronto di esperienze e conoscenze, oltreché originali tentativi di soluzione del problema, “aggiustati” in itinere.
“E se chiudiamo le tende, che succede?”. “Si vede ancora l’ombra di Giorgio?”. “Cos’è dunque che fa venire l’ombra?”. “Proviamo a fare anche noi ombre sul muro?”. ecc.
Se alla domanda: “Perché sul muro c’è l’ombra di Giorgio?” avessimo risposto: “Perché fuori c’è il sole”, probabilmente quel bambino, e forse anche gli altri, si sarebbero accontentati della risposta, senza però aver realmente compreso.
La domanda si rivela per i bambini un’occasione importante per “ragionare”, attivare le proprie conoscenze confrontandole con i compagni, sperimentare, per arrivare da soli, anche se non immediatamente, ad una soluzione plausibile del problema.
Non ci sono quindi esperimenti sbagliati ma solo tentativi diversi di comprendere il mondo, salvaguardando naturalmente la sicurezza dei bambini, ma esaltandone contemporaneamente la creatività e la partecipazione.

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