Le occasioni per realizzare attività di tipo scientifico nascono dalle più svariate situazioni di vita quotidiana, durante le quali i bambini si trovano a misurarsi con semplici problemi; qualche esempio:
– “Cos’ è quella cosa che dondola luminosa, sul tavolo, proprio vicino alla brocca dell’ acqua?”
Anche i bambini molto piccoli hanno occasione di sperimentare situazioni “scientifiche” che contribuiscono a creare in loro una sorta di scientificità non specifica: ad esempio gettare continuamente oggetti dal tavolo o dal seggiolone (gravità), immergere oggetti nell’acqua durante il bagnetto (galleggiamento), girellare con papà o mamma in bicicletta o in motorino (velocità).
Tutte queste esperienze entrano a far parte delle “conoscenze pregresse” del bambino che sono un patrimonio inestimabile da valorizzare e da utilizzare per favorire la crescita di competenze scientifiche, sin dalla prima infanzia.
Costruire occasioni di gioco dove ci sia un problema da risolvere, non è semplice. Occorrono dei criteri minimi di scientificità che aiutino ad orientarsi in un terreno a noi insegnanti non troppo familiare.
Ecco dunque 5 regole d’oro per  chiunque desideri costruire interessanti percorsi di attività  scientifica:
1) Stimolare il ragionamento: le esperienze devono contenere una domanda alla quale trovare una risposta, è importante problematizzare la situazione.
2) Situazioni con poche variabili: inserire nell’attività poche variabili di cui tener conto, per non fuorviare il ragionamento.
3) Attività inserite nella programmazione: l’ estemporaneità disorienta e manca di una motivazione forte e condivisa che sviluppa l’attenzione e l’ apprendimento.
4) Attività che permettano una verifica immediata delle ipotesi : questo perché non restino nella mente dei bambini risposte errate che si fisserebbero come conoscenze.
5) Esperienze che evitano l’uso di strumenti di soluzione automatici: va incoraggiata l’invenzione di strumenti originali e autonomi.