carnevale e collaborazione

Il rapporto col personale ausiliario

Nel libro si spiega come Il ruolo del personale ausiliario, che nei primi anni si rivolgeva essenzialmente all’assistenza ai bambini ed al supporto alle insegnanti durante particolari attività o nelle gite scolastiche, nel tempo divenne piena collaborazione e indispensabile sostegno alle attività stesse.

il gioco delle macchine
giochiamo ad imitare il traffico

Avvenne un vero e proprio cambio generazionale e gli operatori e le operatrici, assunti al posto dei precedenti ormai in pensione, si attivarono per forme di partecipazione più coinvolgenti e integrate. Questo nuovo atteggiamento era dovuto in parte agli incontri frequenti dell’intero gruppo di lavoro, dedicati alla programmazione e alla verifica delle proposte, in parte alla partecipazione congiunta alle iniziative di formazione.

Le insegnanti/educatrici fecero il tentativo, credo riuscito, di alleviare per quanto possibile il loro lavoro di cura dell’ambiente e di preparazione e distribuzione dei pasti, impegnandosi alla sistemazione delle sezioni e dei materiali oltre che alla salvaguardia degli arredi utilizzati, lasciando per tempo e in ordine le sezioni dopo le attività.

In questo modo potemmo ricavare un po’ del loro prezioso tempo per momenti di presenza nelle attività in sezione ma anche nella gestione autonoma di attività di intergruppo.

costruiamo il trenino
l’attività d’intergruppo

Tutto il lavoro con i bambini veniva preparato, di concerto con le insegnanti/educatrici, a partire dalla definizione preliminare e concordata di modalità relazionali, tempi, spazi e materiali.

Il personale di supporto, per la grande disponibilità e partecipazione, divenne protagonista di una vera e propria rivoluzione culturale in cui non solo la cura ma anche l’attenzione a tutti gli aspetti educativi furono messi a disposizione dei bambini e delle famiglie.

la gita a Borgo S.Lorenzo
alla ricerca di insetti nella campagna di Borgo S.Lorenzo

Questo fece sì che venisse loro concesso un avanzamento del livello giuridico oltre che salariale e riconosciuta una nuova professionalità fatta anche di competenze educative.

La collaborazione con le operatrici e gli operatori offrì l’occasione per un rapporto affettivo differenziato e più ricco, con infinite occasioni di aiuto ma anche di sorrisi e giochi davvero gratificanti. Infine la presenza di operatori consentì ai bambini e alle bambine di vivere un rapporto  con figure maschili diverse da quella paterna ma percepite come autorevoli e affettivamente vicine al proprio vissuto.

gita al parco

Antonella, la collega, ricorda questo episodio che l’ha colpita:

“Ero con i bambini a parlare del più e del meno, mentre li aiutavo a riposare. Eravamo nel periodo prenatalizio e il discorso cadde sui regali: Te cosa vuoi da Babbo Natale? chiesi ad un bambino e lui di rimando “Una macchinina grande telecomandata” e te, indicando una bambina, cosa chiedi a Babbo Natale? I trucchi per truccarsi! E te?

Via via chiesi a ciascun bambino e bambina quale fosse l’oggetto dei loro desideri e quale potesse essere il regalo di Babbo Natale.

Nel gruppo c’era una bambina molto timida e provava imbarazzo ad esprimersi davanti agli altri e, mentre la coccolavo un po’ per aiutarla a rilassarsi, le chiesi cosa desiderasse per Natale, pensando di stuzzicare il suo interesse ma non ebbi risposta. Ci riprovai per darle un’opportunità di dire la sua, di esprimere un desiderio ma ancora una volta ottenni solo silenzio.

“Non ce lo vuoi dire cosa chiedi a Babbo Natale? Cosa ti piacerebbe trovare nel regalo?” e ancora una volta non ebbi risposta.

A questo punto, un bambino molto perspicace, notato che le mie richieste andavano a vuoto, all’ennesima domanda “Cosa ti porterà Babbo Natale?”, forse volendo andare incontro alla difficoltà dell’amica, rispose con l’aria di chi la sa lunga “La voce!! Gli porterà la voce!”.

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