cartellone Maremè e i suoi colori

Maremè e i suoi colori

cartellone Maremè e i suoi colori
il cartellone che rielabora tutto il lavoro sul mare

Attività di sezione, bambini di 3-4 anni

Campo d’esperienza “La conoscenza del mondo”.

Intelligenza logico-simbolica

  “        “         naturalistica.

Gruppo di classificazione 3°: riconoscere variabili giuste rispetto a variabili non corrette.

Prerequisiti: 9) simbolizzazione: invenzione e uso di simboli, applicando una convenzione del gruppo di bambini.

Le vacanze durante l’estate.

L’inizio del nuovo anno scolastico è molto vicino alla conclusione delle vacanze e questo contenuto è spesso l’imput per avviare un lavoro interessante con i bambini che le ricordano sempre molto volentieri. Parlare delle vacanze appena trascorse è anche un modo per coinvolgere le famiglie nell’esperienza dei figli.

Nel ricordo dei bambini appare ancora chiaro il divertimento e la soddisfazione delle tante attività svolte, dei giochi compiuti con i genitori o i nonni e i fratellini, delle tante cose osservate da raccontare agli amici e alle maestre.

Sono questi contenuti che permettono lo svolgimento di attività relative a tutti i campi di esperienza infantili, compreso quello scientifico.

Obiettivi formativi:

  • Esperienza del galleggiamento (nuoto)
  • Riflessione sul galleggiamento di oggetti.
  • Osservazione e discriminazione di animali del mare e non.

Obiettivi trasversali:

  • Coordinazione motoria nel nuoto.
  • Coordinazione motoria per la pesca dei pesciolini (gioco).
  • Collaborazione costruttiva dell’angolo della pesca (suddivisione dei compiti e realizzazione.)
  • Ascolto di musica e pittura.

Materiali:

Libro “Maremè” di Bruno Tognolini; per attività di piscina: cuffia, costume, accappatoio e ciabatte; per la costruzione dell’ambiente e degli animali: carta da disegno, da pacchi, tempera, pennelli, brano musicale “Le onde” di Einaudi, grembiuli, das, cartoncino, fermacampioni; per l’angolo della pesca: riviste per la ricerca di immagini, rete per delimitare l’angolo, catino per l’acqua, pesciolini in compensato snodabili con occhiello per la pesca, canne con uncino finale, contenitore per sabbia e formine di plastica.

Spazi:

Piscina, sezione, stanza Jolly per la pittura con la musica sulla parete coperta di carta da pacchi.

Tempi:

Gennaio-maggio

Le vacanze appena trascorse

Raccontarci cosa abbiamo fatto durante le vacanze appena trascorse sono un ottimo modo per iniziare un nuovo anno scolastico, ritrovare entusiasmo e spirito di partecipazione. I luoghi sono i più diversi e tentiamo di quantificarli attraverso un cartellone con gli insiemi: quello dei bambini che le hanno trascorse al mare, quello della montagna, quello della campagna e quello della città, perché qualcuno ha passato le vacanze nella propria città, magari incontrando parenti o amici.

La quantificazione rivela che la maggior parte dei bambini ha trascorso il periodo estivo al mare e allora cominciamo a conoscere meglio questo ambiente. Il racconto dei protagonisti ci parla di giochi nell’acqua, di immagini fatte con la sabbia bagnata e le formine variopinte, di acqua salata e di tuffi.

L’attività del nuoto.

Il nuoto sembra essere un aspetto importante per i bambini e allora propongo di riprendere questa esperienza in un altro contesto: la piscina. Approfittiamo della proposta di Hidron, fatta a misura di bambini, per tre giornate dedicate all’acquaticità attraverso attività ludico-motorie in vasca.

Procurate le attrezzature e ottenuto il consenso dei genitori, li portiamo in piscina dove, divisi in due gruppi di circa una decina di bambini, affrontano il “castelletto” con scivolo dove l’acqua è alta circa 30/40 cm e la vasca vera e propria, col sostegno di istruttori.

Lo svolgimento delle attività entusiasma (a volte eccessivamente) i bambini tanto da incontrare disapprovazione quando è l’ora di uscire. Questi non solo giocano ma si osservano, si imitano (qualcuno particolarmente prudente si lascia coinvolgere dai compagni), si aiutano e si aspettano.

Una volta terminata l’esperienza ed ottenuto il brevetto di nuotatore granchietto o pesciolino o delfino, riflettiamo su ciò che è piaciuto e sulle posture assunte dal corpo.

Le riproduciamo con le fascette di metallo che aiutano la manipolazione e la definizione del movimento. Durante la riflessione emerge il concetto di “galleggiamento”.

la posizione del corpo, nell’acqua. Imitiamo…il motoscafo.

A proposito di galleggiamento.

L’idea che i bambini nuotando stanno “su”, cioè sulla superficie dell’acqua e non sotto l’acqua, è abbastanza chiara e alla domanda: “cosa vuol dire galleggiamento”? alcuni bambini rispondono: “Stare su, sull’acqua”. Altri però non sono così sicuri e restano in silenzio.

Proviamo allora a sperimentare cose che galleggiano (che stanno sulla superficie dell’acqua) e cose che NON galleggiano, cioè che affondano (vanno giù).

Cerchiamo in classe, con una caccia al tesoro, tanti oggetti che potremo gettare in un catino di acqua per vedere se galleggiano o affondano.

La cosa incuriosisce i bambini che corrono per tutta la scuola a caccia di oggetti, i più diversi e strani: dalle costruzioni ai pentolini, dal rotolo di carta igienica ai pennarelli, ecc.

Uno alla volta ciascun bambino butta l’oggetto nell’acqua, non prima però di aver provato a formulare una ipotesi: galleggerà o no? Alla verifica immediata segue la soddisfazione o la delusione di avere o meno fatto la previsione corretta. Poi la domanda: perché? Perché galleggia? Oppure perché affonda? Ciascuna fornisce la sua versione e poi si riflette tutti insieme.

una caccia al tesoro: oggetti che galleggiano e affondano.

Quando tutti i bambini hanno gettato nell’acqua il proprio “tesoro”, con gli oggetti ancora nell’acqua, tiriamo le fila: quali oggetti galleggiano? Perché? Quali affondano? Perché?

Dalle prime risposte “Perché è rosso, perché sì, perché lo dice lui, perché è piccolo”, con la riflessione e la discussione, i bambini ripetono le loro ragioni, trasformate dal contributo di tutti, in ipotesi più verosimili: “Perché è di legno, perché è come le barche, perché è leggero, perché anche se è grande però è di legno”.

Parliamo del mare.

Le vacanze al mare ci portano a parlare non solo dei giochi nell’acqua, ma di come è il mare, dei suoi colori, del suo movimento e delle sue onde.

Approfondiamo la nostra conoscenza dell’ambiente “mare”, utilizzando un libro che ne racconta i colori e le emozioni: “Maremè” di Bruno Tognolini.

il libro sfogliato dai bimbi

La lettura, dapprima fatta da me, piace talmente che i bambini desiderano ripeterla più volte. Perciò un bambino più grande si presta a voltare le pagine per riassaporare il racconto. Ne osserviamo tutti gli aspetti: i colori, i protagonisti (persone e animali) e l’ambiente.

Gli animali del mare

Osserviamo attentamente la fauna marina in un testo che mostra pesci, molluschi, mammiferi marini e crostacei. Li osserviamo nel loro ambiente e li disegniamo.

Sono di varie dimensioni: animali molto piccoli e animali molto grandi, con le pinne e senza, con le conchiglie e senza. Animali che respirano attraverso branchie e che respirano fuori dall’acqua. Proponiamo di riprodurli col das e li coloriamo con le tempere; i bambini vengono poi invitati a distinguere sulla scheda gli animali che hanno le pinne e quelli che non ne hanno.

le onde del mare

Per completare l’esperienza del mare realizziamo un cartellone dove i bambini colorano il mare, guidati dal brano musicale “Le onde” di Einaudi. Le colorano con la tempera a dita, sui fogli di carta da parati fissati lungo tutta la parete della stanza, a due/tre per volta in modo da svolgere l’attività serenamente e senza interferenze.

il cartellone completo

Sul cartellone riproduciamo l’ambiente come lo abbiamo visto nel bel libro di Tognolini, incollando quindi gli animali del mare, sia acquatici che non, come i gabbiani.

L’angolo del mare in classe.

I bambini sono felici di poter costruire l’angolo del mare nella nostra classe (capita spesso infatti di realizzare un angolo per l’attività libera del mattino in cui c’è una ricostruzione d’ambiente relativa ad un tema specifico) e per questo inizia una riflessione su ciò che caratterizza l’ambiente “mare”: l’acqua, i pesciolini e le conchiglie, le reti, le stelle marine, la sabbia e le forme, gli scogli.

I bambini decidono di scegliere immagini sulle riviste che riproducano animali marini. Le ritagliano per attaccarle alle reti che delimiteranno l’ambiente. Un papà si offre di portare della sabbia, alcuni bambini mettono a disposizione le formine di plastica. Io invece mi premuro di trovare canne per la pesca e costruisco con il compensato dei pesciolini snodabili.

l’angolo del mare.

Una volta preparato il materiale, Tutti insieme, ciascuno per la sua parte, realizziamo l’angolo del nostro “mare”. Sono tutti entusiasti e non vedono l’ora di giocarci.

Tutte le mattine, a turno cinque/sei bambini per volta, potranno giocare con la pesca ma anche con la sabbia e le forme.

Una pesca divertente

L’attività della pesca richiama sempre i bambini che non si stancano di sfidarsi a chi riesce a prendere più pesci.

Chi ne pesca di più?

Questo ci dà l’occasione per svolgere numerose attività su questo aspetto, come ricostruire la figura di un pesce divisa in 4/6 pezzi oppure sistemare i pesciolini, disegnati sul foglio, in vari “acquari tondi” raggruppandoli per 3. Giochiamo con la fisica al gioco del pesciolino di pongo e di carta, appoggiati sul tavolo: “Se tira un vento forte, questi pesciolini si sposteranno? Tutti e due? Se si sposta uno, quale? Perché?”; queste le domande ai bambini per giocare individualmente.

Registriamo le risposte per comprendere se vengono riconosciute le variabili corrette (peso del materiale) rispetto a quelle non corrette (colore, forma).

E per la quantificazione della pesca, il gruppo dei bambini cerca un modo per valutarne l’entità. Viene spontaneo contare ma il numero è ancora un concetto astratto e i bambini vengono invitati a trovare un modo diverso. Dopo ripetute proposte, arrivano a scegliere il metodo del confronto di “file”, cioè il “pescato” di un bambino viene messo in fila e in corrispondenza di questa viene realizzata la fila dei pesci dell’altro. Chi ha la fila più lunga ha vinto perché “ne ha di più”.

E alla fine….una visita interessante all’acquario di Livorno.

l’acquario di Livorno

La stagione è buona e possiamo permetterci di fare una uscita didattica: andiamo a visitare con la scuola l’acquario di Livorno. Là potremo ritrovare molti degli animali che abbiamo conosciuto durante il nostro lavoro.

E molti altri ancora che stupiscono e meravigliano i bambini, mai stanchi di scoprire cose nuove.

Verifichiamo gli obiettivi educativi:

  • E’ disponibile a proporre ipotesi, durante il gioco del galleggiamento?
  • Discrimina gli oggetti che galleggiano da quelli che non galleggiano?
  • Raggruppa gli animali secondo le categorie proposte: acquatici e non, con le ali e senza ali, ecc.?