la città nel gomitolo

La città nel gomitolo

La nostra città

Attività di sezione – gruppo bambini di 3-4 anni

Campo scientifico: la conoscenza del mondo

Intelligenza (secondo Gardner) : logico-simbolica – naturalistica

Prerequisiti: 1) organizzazione spaziale – 9) riconoscimento ed uso di simboli stabiliti per convenzione.

Dal libro alla creatività

Le immagini di un libro sono utili a far volare la fantasia anche se al loro interno contengono una precisa storia. E così ci troviamo a parlare di campagna, di città, di ambienti conosciuti dai bambini ma vissuti a volte molto in fretta e in modo spesso superficiale. La nostra città, complessa e affascinante se guardata con curiosità, diventa FANTASIA, COLORI e GIOCO.

Obiettivi educativi:

  • osservazione attenta dell’ambiente esterno alla scuola.
  • invenzione di simboli attraverso l’associazione di colori ed elementi.
  • riconoscimento ed uso di simboli.
  • individuazione/sperimentazione di diversi punti di vista.
  • suddivisione dello spazio/sezione attraverso l’uso di fili di lana colorati.

Obiettivi trasversali:

  • coordinazione motoria nella imitazione di mezzi di trasporto, di persone, di animali ecc.
  • disponibilità alla drammatizzazione del contesto “città”.
  • racconto della propria esperienza.

Materiali

Il libro “Il topo di campagna e il topo di città”. Carta, pennarelli colorati per la realizzazione della città; fili colorati di lana e di ciniglia, scoc per fissarli sulle superfici nella stanza; mollette piccole per appendere ai fili tesi, i particolari della città: oggetti, mezzi di trasporto, alberi…; carta da pacchi per il cartellone riassuntivo, colla e forbicine.

Spazi

Il quartiere in cui si trova la scuola, la stanza jolly per l’attività motoria, la sezione per la rielaborazione delle attività.

IL TOPO DI CAMPAGNA E IL TOPO DI CITTA’.

il libro

La storia del “Topo di campagna e del topo di città” ci invita ad un passaggio ideale: quello dalla campagna, ambiente già abbondantemente sperimentato e conosciuto, alla città, dove noi viviamo ma che non abbiamo sufficientemente esperito.

Gli ambienti della storia secondo la nostra esperienza.

Usciamo così a osservare molto attentamente l’ambiente dove viviamo e dove si trova la nostra scuola: Scandicci.

Scopriamo le cose che si vedono in città, i loro colori e profumi:

  • Le strade grigie.
  • Le panchine nere.
  • L’erba dei giardini e delle aiuole verde.
  • I fiori rossi e profumati e quelli azzurri e senza profumo.
  • Ancora i fiori fuxia dell’aiuola.
  • La terra marrone dell’aiuola.
  • Le case gialline e bianche.
  • Le macchine nere e blu che hanno un odore sgradevole.
  • I motorini neri, grigi, di tanti colori.

Disegniamo la città che abbiamo visto cercando di riprodurne i vari elementi e ricordandone i colori.

la mia città

Ricordiamo assieme i tanti elementi che abbiamo osservato durante la nostra uscita e ripercorriamo con la mente le strade, ricordiamo i tanti particolari ed i loro colori.

Stabiliamo una convenzione per simbolizzare gli elementi osservati.

Ricreiamo l’ambiente nella stanza jolly: con fili di lana e di ciniglia dei colori che abbiamo trovato nella nostra “escursione cittadina”, tracciamo attraverso la stanza i percorsi che più ci aggradano, secondo la fantasia di ciascuno.

Noemi comincia a costruire la nostra “città” fissando da una parte all’altra della stanza il filo del colore grigio per realizzare le strade. Poi i bambini, a gruppetti di due/tre per volta, stendono i fili delle panchine nere e quelli verdi e marroni degli alberi, di tanti colori per i fiori delle aiuole.  Via via tutti gli altri colori per le macchine, i motorini, le panchine ecc.

Il filo nero delle panchine.

E’ sempre più difficile trovare spazi per stendere un filo, intrecciandolo agli altri, ma la sfida è divertente e i bambini si appassionano.

Riusciamo a costruire un bellissimo reticolo colorato in cui rivediamo tutte le cose che abbiamo scoperto “in città”. Mancano però alcuni particolari: dobbiamo inserire case, macchine, motorini, ecc.

Filo verde e rosa per i fiori delle aiuole.

La città si va completando.

I bambini tendono i fili colorati, intrecciandoli tra loro: non è semplice dare loro un senso e invece tutti si impegnano a far sì che le strade siano tracciate in modo articolato, che non manchino alberi e fiori e se qualcuno si accorge che in qualche parte della “nostra città” manca qualcosa, subito altri provvedono a stendere i fili che servono.

L’alternanza gioiosa rispetta il turno per lo svolgimento del lavoro di ciascuno e quando la “città” sembra abbastanza “complessa”, si prova a visitarla, passandoci sotto ed osservando quanto è divertente attraversarla da ogni lato, senza urtare i compagni.

Mancano però le case e i mezzi di trasporto. I bambini sostano per disegnare a scelta alcuni di questi elementi e poi posizionarli secondo il proprio gusto o la necessità.

Stando seduti sotto la “città”, ogni bambino prende alcuni pennarelli e disegna ciò che preferisce di questi elementi cittadini. Via via che i bambini finiscono il proprio disegno, lo attaccano ai fili colorati, scegliendo di volta in volta se avvicinare la casa o la macchina o il motorino a questo o a quel giardino, a questa o a quella panchina, e così via.

Le case e i mezzi di trasporto osservati.

L’attenzione a distribuire i palazzi e le abitazioni sul territorio mi stupisce perché mi sembra che i bambini seguano criteri personali per attribuire ai vari spazi gli elementi che li caratterizzano, e non come mi sarei aspettata, a caso.

pian piano la città si riempie.

Esploriamo lo spazio.

Una volta composta la città, esploriamo lo spazio, così modificato, prima tutti insieme creando un “traffico” davvero intenso, poi a gruppetti per focalizzare meglio ciò che si vede da sotto e poi invece da sopra, una volta usciti dalla città.

La diversità di punti di vista piace ai bambini che continuano a sperimentarla autonomamente, a gruppetti. Io mi limito a dare in qualche modo i tempi per l’esplorazione e il racconto dell’esperienza.

Anche io partecipo al viaggio con grande divertimento dei bambini.

Ci divertiamo a fare un viaggio per le vie della nostra strana città: ciascuno sceglie di imitare le persone o il mezzo di trasporto che preferisce e ci muoviamo tutti assieme, nello spazio, soffermandosi e alzandosi ogni tanto per osservare, dall’intreccio dei nostri colori, come si muovono gli altri.

Nella città…le case, i motorini…

Durante la drammatizzazione, tutti imitano anche i rumori di macchine, moto, persone ecc.

All’improvviso il sole tramonta e la città si ferma; tutti vanno a dormire e i mezzi di trasporto sono posteggiati presso le case. (oscuro la stanza, abbassando le veneziane).

Attorno a noi, lungo le pareti,le panchine ci offrono un “riparo” per la notte.

I bambini si siedono sulle panchine che fanno da cornice alla nostra città colorata e si mettono a riposare col visino sulle manine, reclinandosi come a dormire.

Ma presto torna il giorno e la città si risveglia coi suoi rumori e i suoi colori. Ancora qualche giro, qualche incontro cittadino e poi….. dobbiamo sgombrare la stanza e tornare in sezione. Come fare per portare con noi la nostra città?

a spasso per la nostra città, quanti incontri!

La città si sposta.

Al risveglio accade una cosa strana: la città si sposta. Ai bambini diamo un paio di forbicine e, di nuovo a coppie, tagliano i fili colorati. Due bambini protestano, perché non vogliono togliere la bella città, ma gli altri sono decisi a portarla via e così si compie il lavoro.

Pian piano i fili verdi, gialli, rossi, neri, grigi, si attorcigliano e avvolgono le mani dei bambini che li consegnano nelle mie mani perché possano essere conservati.

Tagliamo i fili della città per portarla con noi.

Insieme ai bambini anche l’adulto raccoglie tutti i fili e i disegni in un bellissimo e coloratissimo “gomitolo”: dentro ci sono i giardini, le strade, le case, i fiori e i rumori della città.

Portiamo il grosso gomitolo in classe, proviamo ad ascoltare: le voci non si sentono ma i bambini sanno che sono lì dentro.

la città nel gomitolo.

Rielaboriamo l’esperienza.

La nostra città è racchiusa in un gomitolo ma le case, le macchine, non ci entrano. Ci divertiamo così a riprodurre la città sopra un grande cartellone, proprio come abbiamo fatto nella stanza Jolly.

Mettiamo i fili di lana, esattamente nel modo e col senso dell’attività appena conclusa.

In prossimità delle strade, i bambini incollano le case, le macchine e le altre cose rappresentate sui fogli.

Ricostruiamo “la città nel gomitolo” riproducendo sopra il cartellone il gioco dei fili colorati: ciascun bambino incolla quello che preferisce, spiegando cosa rappresenta e, una volta asciugata la colla, appendiamo ai fili tutti i disegni delle case, macchine, motorini, fiori, che i bambini hanno realizzato.

In un angolo del cartellone ……………… la nostra “CITTA’ NEL GOMITOLO”, grande, colorata e davvero divertente.

Ricostruiamo sul cartellone la nostra “città nel gomitolo”.

Nei giorni seguenti i bambini riferiscono di aver costruito con l’aiuto di babbo e mamma, anche a casa, una città con i fili colorati, una “Città nel gomitolo”!.

Il cartellone che racconta la nostra fantastica città.

Verifichiamo gli obiettivi educativi:

  • memorizza i particolari dell’ambiente città, osservato durante l’uscita?
  • riproduce imitativi e situazioni?
  • propone associazioni di colori ed elementi della città?
  • riconosce ed usa la convenzione simbolica definita nel gruppo?

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