L’arancia galleggia o affonda?
Campo d’esperienza: “La conoscenza del mondo”.
Intelligenza: “logico-simbolica – “naturalistica”.
Gruppo 3: riconoscere variabili giuste rispetto a variabili non corrette.
Attività d’intergruppo – bambini di 2-3-4-5 anni
Prerequisiti: 3: discriminazione
9: simbolizzazione: invenzione, lettura e uso dei simboli.
Obiettivi educativi:
- ragionare sulle categorie “grande, piccolo” e “pesante/leggero”.
- sperimentare il galleggiamento/affondamento
- simbolizzare l’esperienza
Obiettivi trasversali:
- osservare il comportamento degli oggetti
- ipotizzare soluzioni
- utilizzare la lente d’ingrandimento
Materiali:
- vari cibi inscatolati e non: sedano, cipolle, verdura varia, frutta tra cui arance, scatolette di tonno, scatolette di fagioli, bottiglia di salsa, ecc.
- un catino capiente contenente acqua
- lente d’ingrandimento
- spremiagrumi
- forme per ghiaccioli
- fogli da disegno, pennarelli.
Spazi:
- la sezione
- il frigorifero in cucina.
Tempi:
marzo-aprile.
Il progetto d’intergruppo “Lo Star bene”.
L’alimentazione è un caposaldo dell’intervento educativo che si propone di avvicinare i bambini, e le famiglie, all’alimentazione sana e equilibrata ed evitare così l’uso e l’abuso di dolci, fritti (soprattutto patatine) e tutto quel cibo-spazzatura che non solo non giova alla salute ma crea i presupposti per l’obesità infantile.
Il discorso, per i bambini all’apparenza difficile e poco interessante, diviene invece occasione stimolante di giochi ed esperienze coinvolgenti sia per i piccoli che per le famiglie, coinvolte in una festa finale davvero divertente.
Ragionar mangiando.
Uno degli aspetti del progetto di attività per bambini dai 2 ai 6 anni “Lo Star bene” si rivolge all’educazione scientifica nel laboratorio intitolato “Ragionar mangiando” dove si invitano i bambini ad osservare il fenomeno del galleggiamento (o affondamento) partendo proprio da elementi che trovano tutti i giorni nella cucina di casa o sulla propria tavola: frutta, verdura, ecc.
L’attività si svolge con un gruppo di dodici bambini di età mista, all’interno della sezione.
Parliamo di acqua.
Entriamo nella stanza e ci sediamo sulle panche per salutarci, conoscere i nostri nomi e osservare cosa c’è nell’ambiente.
All’interno del giro panche si trova un grosso catino con acqua.
I: cosa vedete?
B: c’è l’acqua dentro.
I: cosa ci possiamo fare con l’acqua?.
B: ci possiamo fare galleggiare le cose (i bambini si ricordano di varie esperienze fatte precedentemente sul galleggiamento).
I: ma cosa vuol dire galleggiare?
B: stare su nell’acqua.
B: non affogare.
Domando ai bambini più piccoli (di 2 anni) se sanno cos’è “galleggiare” e loro mi fanno il gesto del nuotare poi dicono “al mare”.
Parliamo anche di cibo e di galleggiamento.
I: E’ vero. Ma in questo caso stiamo parlando di cibi, di cose da mangiare , infatti il progetto riguarda l’educazione alla salute e alla sana alimentazione.
Facciamo un gioco: osserviamo come si comportano alcuni alimenti se gettati nell’acqua.
I: prendiamo le cose che la mamma usa per fare da mangiare: la salsa di pomodoro, gli odori da brodo, il tonno ecc. Adesso un bambino per volta getta nell’acqua gli oggetti ed osserviamo attentamente cosa succede.
I: galleggiano o affondano?.
B: la bottiglia va giù ma la mela sta su e anche la cipolla.
B: anche la scatola dei fagioli va giù.
B: la verdura del mangiare no, sta su!.
I: perché?
I bambini ipotizzano che le cose piccole stanno su e quelle grosse vanno giù. Poi ci ripensano e, dopo aver riflettuto sulla forma e il peso degli oggetti osservati e toccati uno per uno, sostengono che le cose leggere stanno su mentre le pesanti vanno giù.
Alla domanda: “la scatoletta di tonno piccola, galleggia o affonda?” i bambini rispondono che galleggia. Verifichiamo e vediamo che affonda.
I: perché?
B: perché è di ferro.
La caccia al tesoro nella scuola.
Propongo di fare una caccia al tesoro nella sezione per trovare vari oggetti da osservare; li buttiamo ad uno ad uno nell’acqua e vediamo cosa succede.
Riflettiamo su cosa galleggia, cosa affonda e perché.
Le risposte sono ricorrenti: galleggia ciò che è leggero e affonda ciò che è pesante sia che sia fatto di vetro, di plastica o di materia organica come verdure ecc. Fanno eccezione gli oggetti di ferro perché tutti dichiarano che non galleggiano quasi mai.
I: la carota, secondo voi galleggia o no?
B: siii.
Verifichiamo: affonda.
I: perché la carota che avete definito leggera, affonda?
B: i bambini non azzardano alcuna ipotesi.
Adesso proviamo con alcuni oggetti diversi e tentiamo di prevedere il loro comportamento nell’acqua, prima di immergerli: pennarelli, gomme, scatoline di plastica, costruzioni, forbicine, punteruoli ecc.
Facciamo la previsione, poi la verifica immediata per vedere se si è detto giusto o si è sbagliato.
Quasi tutti i bambini, anche quelli più piccoli ci “azzeccano”, cioè in qualche modo hanno realizzato mentalmente una sorta di catalogo in cui hanno fissati alcuni criteri di “galleggiamento” o “affondamento” e che spesso si rivelano corretti.
Che farà l’arancia? Lo scopriamo con la lente d’ingrandimento.
Proviamo adesso con un oggetto conosciuto…….l’arancia: galleggerà o affonderà?
La osserviamo bene, la tocchiamo, la odoriamo, la soppesiamo poi facciamo la previsione.
B: questa è pesante, è grossa grossa….va giù.
B: siiii
B: è troppo grossa..va a fondo davvero.
Qualcuno non si esprime.
I più piccoli guardano incuriositi poi rispondono alla domanda con il pollice: pollice verso vuol dire che affonda, pollice alto che sta su.
Rispondono così, agitando pollice e braccio.
Quando tutti hanno fatto la previsione spiegandone il motivo si prova a metterla nell’acqua e controlliamo cosa succede.
B: galleggia!!!!!
Riproviamo: galleggia ancora. I bambini provano a spingerla giù con la mano ma l’arancia ritorna su.
Complichiamo il problema.
A questo punto modifichiamo la situazione: sbucciamo l’arancia; galleggerà o affonderà?
Adesso quasi tutti i bambini dicono che galleggia.
Proviamo.
I: cosa è successo?
B: è andata giù!
B: è affondata.
I: perché è affondata? Prima con la buccia galleggiava, ora senza buccia affonda, secondo voi perché?
B: è la buccia!!
I: la buccia……cosa?
B: ci ha le bollicine!!! Quelle stanno su, come le bollicine stanno sull’acqua.
Osserviamo alla lente di ingrandimento la buccia dell’arancia: ci sono davvero le bollicine? Tutti i bambini si affollano per vedere l’arancia alla lente d’ingrandimento e concordano che la buccia ha delle “bollicine” sulla superficie.
Disegniamo l’esperienza discriminando “sopra/sotto” la superficie dell’acqua.
Proviamo ad elaborare l’esperienza cercando di fissare l’attenzione sull’aspetto del galleggiamento.
Ai bambini piccoli richiedo di incollare l’immagine degli alimenti che abbiamo usato nella sperimentazione e che abbiamo precedentemente ritagliato da riviste, sopra un “catino” disegnato sul foglio; a loro il compito di decidere la collocazione dell’oggetto sopra o sotto la linea dell’acqua.
I più grandicelli, cioè quelli di 4 e 5 anni, disegnano nell’immagine del catino sul foglio ciò che affonda e ciò che galleggia, rispetto alla linea della superficie dell’acqua.
Lascio a disposizione oggetti e catino per riprovare l’esperienza osservando meglio, nel caso ce ne sia bisogno.
Mentre i bambini più grandi portano a termine il loro disegno, i più piccolini, una volta incollate le immagini sul foglio, ritornano al catino per divertirsi ancora a sperimentare
il galleggiamento o l’affondamento degli oggetti.
Al termine dell’attività i bambini portano a casa l’elaborato, a ricordo dell’esperienza, unitamente ad una “letterina” per i genitori in cui spiego il senso di ciò che si è fatto e invito i genitori stessi a continuare a casa con i propri figli la sperimentazione di oggetti “galleggianti e non”.
Dall’utile al dilettevole.
Le arance sono state utili per fare giochi divertenti ma adesso propongo di usarle per fare dei ghiaccioli golosi.
Un bambino o una bambina per volta utilizzano lo spremiagrumi per estrarre il succo di arancia e quando ne abbiamo una certa quantità, lo travasiamo con attenzione nelle formine per ghiaccioli.
Tutti i bambini sono d’accordo che per farli diventare duri e freddi dobbiamo metterli nel frigorifero “dove c’è il ghiaccio”. Ci rechiamo tutti assieme in cucina dove sistemiamo i nostri contenitori, con la promessa di tornare a controllare.
Ci prepariamo per il pranzo e nel pomeriggio andiamo a prendere i nostri ghiaccioli: sono pronti e sono davvero buonissimi!
Verifichiamo gli obiettivi educativi:
- Partecipa alla conversazione osservando il contesto.
- Discrimina oggetti grandi/piccoli e pesanti/leggeri.
- Descrive graficamente l’esperienza, in modo sintetico.